Barolo DOCG Pira Vecchie Viti 2018 Roagna

Barolo DOCG Pira Vecchie Viti 2018 Roagna

Il Barolo DOCG Pira Vecchie Viti 2018 di Roagna è un Barolo di grande prestigio, insinuato ai vertici della denominazione, firmato da una delle migliori Aziende Vitivinicole delle Langhe. 

Il Pira Vecchie Viti 2018 di Roagna è un vino profondo e concentrato, il naso spazia da note fresche di fiore e frutta rossa a note più speziate, con incenso e pepe bianco; il sorso è teso e dinamico, con una persistenza infinita.

Il Vigneto Pira

Il Barolo DOCG Pira Vecchie Viti 2018 di Roagna nasce dal vigneto Pira, esposto a Sud Est, nel versante di Serralunga e Perno. Ha avuto origine dalla disgregazione delle Rocche di Castiglione. È una menzione geografica monopolio e proprietà della famiglia dal 1989, anno in cui fu acquistato. Degli undici centri compresi nella zona del Barolo, Castiglione Falletto è quello centrale.

I suoli sono di origine sedimentaria marina risalenti all’Elveziano (questa formazione geologica è la più antica dell’area del Barolo e comprende Castiglione Falletto, Serralunga d’Alba e Monforte), nell’era Terziaria. Pira, originato dalla disgregazione delle Rocche, presenta molteplici stratificazioni alternate di roccia calcarea bianca, marne grigie, marne blu, sabbie, con un alto contenuto in minerali come il ferro.

È il vigneto di maggiore estensione di proprietà di Roagna: 7 Ha vitati, 4 boschivi, con suolo e microclima unici, poiché è protetto nella parte superiore dalle Rocche di Castiglione e a valle dal bosco con un rio proveniente dalla Bussia di Monforte. È l’habitat perfetto per il nostro concetto di viticoltura, rispettosa della vita dei suoli.

I vitigni coltivati sono Barbera, Chardonnay e, in misura maggiore, Nebbiolo. Possiamo classificare 6 micro appezzamenti, con differente età delle vigne e diversa composizione del terreno: dalla roccia calcarea della Rocca alla marna bluastra. Le viti sono esclusivamente di origine massale, con legni ottenuti in potatura dalle vecchie viti di Pira.

L’impianto più vecchio risale al 1937. Roagna ha un campo sperimentale di viti da seme provenienti da tutti i vigneti storici, per la ricerca di piante figlie adatte a incrementare la biodiversità dei vari appezzamenti.

Conosciamo meglio Roagna

La viticoltura, per Roagna, è una pratica non invasiva, in cui gli interventi dell'uomo sui processi naturali sono ridotti al minimo. Ecco perché, ovunque possibile, hanno mantenuto bosco, promuovendo l'inerbimento perenne nei vigneti: un trionfo di vita, di diversità, di ricchezza.

Quello di Roagna è un lavoro da artigiani, infatti ogni bottiglia di vino viene presa in mano almeno sei volte da una persona della famiglia prima di lasciare la cantina. Non hanno enologi, né agronomi esterni. Cercano di interpretare ogni vigneto con la sola esperienza famigliare.

Così come in vigna scelgono la strada del "non fare", per lasciare spazio alla natura e alla biodiversità, allo stesso modo minimizzano l'impatto ecologico di tutti i processi produttivi in cantina. L'obiettivo di Roagna è infatti ripensare il rapporto con la terra e il concetto stesso di agricoltura che è la chiave per rispondere alle urgenze contemporanee legate al cambiamento climatico.